ADS
Vai ai contenuti
10 DICEMBRE PROGRAMMA
festival '700
  
Invida fortuna Johannes Vaerwer detto Tinctoris: La musica a Napoli ai tempi di Ferdinando I di Aragona  
Ensemble vocal   Quadrivium Ars et Musica di Parigi. Direttore Anna Daniela Sestito.  
La prima scuola musicale in Italia, ma forse in Europa, fu istituita a Napoli da Ferdinando I di Aragona, che coinvolse i maggiori musicisti dell’epoca, tra cui il “cappellano e musico del re di Sicilia”, Johannes Vaerwer detto Tinctoris. E proprio della musica di questo periodo si occuperà l’Ensemble vocal   Quadrivium Ars et Musica di Parigi diretti da Anna Daniela Sestito. Questo ensemble vocale è riconosciuto di interesse generale per lo stato francese ed ha residenza artistica al Musée des Arts et Métiers di Parigi.  
Sala del Capitolo Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore

Ensemble Quadrivium



Voci
S. Arabella Cortese
A. Anna Daniela Sestito
T. Daniel Brant
B. Arthur Cady
Liuto
Enrico Bardellini
Viola da gamba
Hyérine Vassalle

Johannes Tinctoris (1435 ca – 1511)
O invida fortuna
Vostre regart si tresfort m’a feru
Virgo, miserere mei

Johannes Cornago (verso 1450 – 1475)
Senora qual soy venido
Morte o mercé            
Patres nostri peccaverunt

Giovanni Domenico Da Nola (1510/20 – 1592)
Fuggit’amore
Quando da voi, Madonna, son lontano
Par ch’hai lasciato de non t’affacciare?

Orlando di Lasso (1532? – 1594)
S’io ve dico ca sete la chiù bella
Ecco la nimph’Ebrayca chiamata
Magnificat II toni - O s’io potessi



Enzo Amato
La prima scuola musicale in Italia, ma forse in Europa, fu istituita a Napoli da Ferdinando I di Aragona,1che coinvolse i maggiori musicisti dell’epoca, tra cui Johannes Vaerwer detto Tinctoris,2 dal1474 “cappellano e musico del re di Sicilia”, come si definisce egli stesso, e precettore di sua figlia Beatrice.
Ed è proprio a Beatrice che il Tinctoris dedica il primo dizionario di termini musicali della storia che nel 1478 è dato alle stampe a Napoli. In quel periodo, scrive Liber de natura et proprietate tonorum, oltre ad altri undici trattati teorici e numerosa musica.1 Numerosi sono i documenti in cui si evince l’interesse per la musica di Ferdinando I di Aragona, che oltre ad inviare il Tinctoris in Francia per “reclutare cantori”, offriva generosi stipendi ai musici che prestavano servizio presso la sua Cappella Reale. Ritroviamo a Napoli in questa Accademia Musicale Bernhard Hykaert,2 Guglielmo Guarnier,3 Franchino Gaffurio4 che dal 1475 al 1478 ricoprirà la carica di Maestro di Cappella di Palazzo Reale.
Sono date alle stampe in Napoli per la prima volta il già citato Terminorum Musicae Diffinitorum del Tinctoris e nel 1480 Theoricum opus harmonicae discipline del Gaffurio.5
In questo periodo furono tradotte a Napoli per la prima volta in latino le opere dei trattatisti musicali greci quali Aristosseno di Taranto6 autore dei fondamentali Elementa harmonica ed Elementa rhytmica, Aristide Quintiliano7, autore di un De musica, fondamentale per l'approfondita trattazione della materia e “Institutio oratoria" in cui l’autore mette in parallelo l’arte retorica, con la composizione musicale, che è in grado di suscitare emozioni, prodromo di quella che sarà la teoria degli affetti nella Scuola Musicale Napoletana del Settecento.
Quest’Accademia fu molto importante per lo sviluppo della musica in Italia ma soprattutto determinò le basi della nascente Scuola Musicale Napoletana.
Nel percorso che ci separa dal periodo aureo della musica a Napoli, basta citare la presenza in Città di Orlando di Lasso,8 Pomponio Nenna,9 Jean de Macque,10 Stefano Felis,11 Diego Ortiz,12 Francisco de Salinas,13 Giovanni Domenico del Giovane da Nola,14 Gian Leonardo dell’Arpa15 e la copiosa mole di musica scritta, addirittura con un’inedita forma la “Villanella” o Canzone Napolitana”,16per spiegare la portata di quello che avverrà. In questo periodo si riscontrano a Napoli rappresentazioni di “Commedie in musica”ad opera dell’Accademia dei Sereni a cui parteciparono i massimi esponenti della musica presenti in città.
Per avvalorare ancora di più l’utilizzo speculativo del fenomeno musica, fatto dalla nascente Scuola Musicale Napoletana, parliamo ancora della pubblicazione di numerosi trattati - tra cui quelli di Luigi Dentice1 che pubblicò nel 1552 in Napoli Due dialoghi sulla musica oltre a La cura dei mali colla musica, Scipione Cerreto,2 che nel 1601 pubblicò in Napoli La prattica musica vocale, et strumentale3 in cui è citato Fabrizio Gaetano4 tra gli eminenti organisti napoletani, Fabio Colonna,5 che nel 1618 diede alla luce in Napoli tre libri Sulla sambuca lìncea overo dell’istromento musico perfetto6 in cui si descrive uno strumento a cinquanta corde il Pentecontachordon, una spinetta con una tastiera a cinque ordini di tasti7, Pietro Cerone8 autore del trattato Le regole più necessarie per l’introduttione del canto fermo stampato a Napoli nel 1609 - ma soprattutto dell’attività a Napoli di un genio della musica: Carlo Gesualdo da Venosa9 e della sua Camerata di cui faceva parte Giovanni Leonardo Primavera10, Scipione Dentice11, Giovanni Maria Trabaci12, Giovanni Maria Sabino13, maestro di Francesco Provenzale presso il Conservatorio della Pietà dei Turchini.
Nella seconda metà del Cinquecento, la commedia dell’arte a Napoli si fonde con la musica. Successivamente, con l’arrivo e la permanenza a Napoli dei Febi Armonici, si consolida la commedia musicale in tutte le sue forme che sarà imitata ed esportata in tutta Europa nei successivi due secoli. E in questo clima culturale che negli immediati anni a venire Napoli si impone come capitale della musica strumentale con la presenza attiva in Città di Gaspar Sanz14 e Domenico Scarlatti.

Mimmo Scarlatti
Torna ai contenuti